Leggendo l’ultimo numero della Gazzetta sono venuto a conoscenza del proprietario e conduttore della setter che a Campo Felice è stata premiata per aver vinto il campionato sociale a beccacce.
Ho detto setter perché, sempre
leggendo la gazzetta, ho saputo solo ora il suo nome, Frida.
Il sig. Battanello, che ringrazio per
il cortese tono delle sue osservazioni e anche per l’occasione che mi dà di
tornare sull’argomento, spiega il suo punto di vista concludendo in pratica che
parliamo due lingue diverse.
Sempre il sig. Battanello , facendo
un sunto veloce di quanto ha scritto afferma di non essere allevatore e di non
volerlo essere, di sapere che la sua Frida non ha la “grazia” di altri soggetti
dediti ad altre note che non siano la pura caccia alla beccaccia, che non
conosce le mie esperienze nel “mondo” del setter , che anche altri setter
blasonati se fossero visti sui terreni della caccia vera non avrebbero
movimenti consoni al loro rango, che io
stesso ho detto che l’allevamento ha dato troppo importanza al movimento del
setter trascurando doti come la
venaticità , e aggiunto ad altro che non ho riportato si augura di incontrarmi
presto e, nell’attesa, mi chiede quale caccia io pratichi e con quali soggetti.
Rispondo per iniziare alla sua ultima
domanda.
Attualmente e da tempo a questa parte
non vado a caccia con il fucile.
La passione cinofila mi ha, con il
tempo, stemprato l’aspetto predatorio sostituendolo con il piacere di portare i
miei setter ad un numero d’incontri il più alto possibile.
Ogni volta che abbattevo un capo di
selvaggina, beccaccia o altro che fosse, mi rendevo conto che nel contempo
toglievo ai miei setter la possibilità di fermarlo ulteriormente.
Smesso per del tempo di allevare ho
ugualmente sospeso l’attività venatoria, oggi appesantito purtroppo da
innumerevoli chili di troppo, sto riprendendo a fatica a seguire i miei setter.
Leggendola e vedendo le sue foto,
credo che a meno di improbabili sue particolari “sfortune” su questo campo,
oggi, in un ipotetico confronto, lei abbia migliori gambe.
Ma è proprio questo il punto, io non
ho parlato di lei ma di quello che avevo visto, e non solo io, a campo felice
da una setter premiata. La mia affermazione è testimoniata dal fatto che
neanche conoscevo il nome né del cane e né del proprietario.
Onestamente ho anche detto che Frida
probabilmente non era abituata ai prati, ma anche questo non è importante.
Io ho parlato di prove specialistiche
che, visti la maggior parte dei setter premiati, stanno mancando ad una funzione
che ritengo importantissima, quella della segnalazione del miglior riproduttore
ideale, di quel soggetto che in se racchiuda sia la concretezza della caccia
duramente sofferta e sia le doti stilistiche e di soggetto ideale alla
riproduzione. Non mi fraintenda sig, Battanello, il mio non è assolutamente un
attacco né a lei nè tantomeno alla sua Frida.
La sua setter è certamente soggetto
di grande capacità venatorie ma, sempre per quello che nell’occasione della
premiazione di Campo Felice ha fatto vedere, troppo lontana da un eccellenza di
razza sotto l’aspetto della segnalazione del soggetto ideale.
Alle altre sue domande preferisco non
rispondere non credendo sia necessario “mostrare” il proprio curriculum per
esternare idee ed opinioni su qualcosa comunque posto al giudizio del pubblico
come è stata la kermess di Campo Felice.
Solo una cosa tengo a sottolineare
nuovamente ed è proprio la grandissima importanza che do, in riproduzione, ai
setter che vengono da una caccia dura e difficile e che posseggano anche nel
loro patrimonio qualità stilistiche tali da indicarli come eccellenze assolute
per la razza.
Mi complimento per la sua vittoria al
campionato europeo a beccacce e alla importante qualifica riportata dalla sua
pointer.
Augurandole ad majora sono anche io
felice d’incontrarla al più presto
Cordialità
Fabrizio Santini
Credo che la caccia il carniere la fucilata non possano e non debbano essere una giustificazione una scusa un alibi per dimenticare uno standard di lavoro che esprime una necessaria espressione della razza ad avallarne la linea. Fermare reperire incarnierare un selvatico è azione di caccia che deve essere eseguita come da standard di razza per ognuna razza. Derogare per incassare di più significa perdere tutto ciò per cui vale la pena soffrire sacrificare impegnare dedicare ad una razza ad una passione ad una emozione unica.
RispondiEliminaHo vissuto una parte importante della mia vita al fianco di una persona che ha amato questa razza come nessun altra cosa al mondo. Silenziosamente e senza eccessi mi ha insegnato molte cose di vita quotidiana che riusciva poi ad applicare alla sua vita Cinofila e di Allevatore. Il rispetto per il prossimo, la modestia e la competenza sono doti che mi ha insegnato ad usare per dare forza alle proprie idee e convinzioni. Lui ha allevato e selezionato per qualche decennio tenendo ben fisso un principio che era la sua linea guida ed oggi è diventata mia : “Mens sana in corpore sano”. Grazie a questa filosofia oggi ho il piacere di cacciare Beccacce e Cotorni con Setter completi che coniugano doti stilistiche ad una spiccata venaticità ed ho il piacere di offrire a qualche amico e a me stesso Setter che si fanno apprezzare anche in molte prove. Il Setter Inglese è uno e non lo si può esasperare ne a livello venatorio perdendo qualità stilistiche ne stilisticamente perdendo le doti venatorie. Il bello e bravo dovrebbe essere l’obiettivo di ogni allevatore teso a raggiungere il Setter ideale che sappia offrire alla razza una possibilità di crescita. Ecco perché nella discussione nata tra Fabrizio Santini e Ildo Battanello mi sento di dire che non contano le chiacchiere, i curriculum, il tipo di caccia, il carniere o il numero di campioni condotti. Conta semplicemente la capacità di mettere ogni piccola esperienza che sia venatoria o cinofila al servizio di una razza per contribuire a migliorarla. E’ scontato che ognuno di noi sia passato attraverso la caccia prima di approdare alla selezione del Setter così come è scontato che dalla caccia si possa passare alla Cinofilia agonistica. Il percorso ideale per capire una razza e contribuire a migliorarla è sempre questo e non il contrario. Ma è altrettanto vero che nel momento in cui dalla caccia si passa all’allevamento o alla Cinofilia bisognerebbe avere la forza di non farsi comandare dal cuore. Nella mia esperienza venatoria ho visto cani che faccio fatica a definire Setter cacciare da autentici fuoriclasse con un istinto venatorio fuori dal comune. Ma allo stesso tempo li ho visti mostrare così tante deficienze a livello stilistico e morfologico da non ritenerli idonei alla riproduzione. Così come ho visto soggetti che calcano i palcoscenici della Cinoflia nazionale ed internazionale mostrare ottime doti stilistiche e mancare invece delle tipiche doti venatorie e di contatto con il selvatico. La selezione è una questione etica che impone conoscenza di base e doti morali forti tali da prevaricare la comune necessità dell’uomo di vincere ed apparire. Per questo concordo con Fabrizio quando dice che le specialistiche debbano servire ad indicare il miglior soggetto utile al miglioramento della razza. E concordo con lui che soggetti mancanti di una o dell’altra dote non debbano essere utilizzati in riproduzione. In fin dei conti lo stesso Giulio Colombo affermava: “ Il compito delle prove non si limita al controllo delle doti basilari: cerca ed olfatto-ferma”.
Senza nulla togliere alla buona Frida, sicuramente eccelsa Beccacciaia, ritengo che per il bene della razza sia in Cinofilia che nella Selezione (strettamente legate in quanto la prima dovrebbe indicare la strada alla seconda) non si possa affermare che “chi si accontenta, gode”. Ragionando così si offrono indicazioni errate e dannose ai tanti appassionati che si accalcano a bordo campo o leggono le classifiche sulle riviste. Io sono portato a ragionare che……. “chi non si accontenta, godrà”.
Alessio Allegrucci