Leggendo l’ultimo numero della Gazzetta sono venuto a conoscenza del proprietario e conduttore della setter che a Campo Felice è stata premiata per aver vinto il campionato sociale a beccacce.
Fabrizio Santini e Montevescovo
Desiderio di un corretto scambio di idee su di una grande passione......... il setter inglese
lunedì 2 marzo 2015
SETTER NO CURRICULUM
Leggendo l’ultimo numero della Gazzetta sono venuto a conoscenza del proprietario e conduttore della setter che a Campo Felice è stata premiata per aver vinto il campionato sociale a beccacce.
domenica 14 dicembre 2014
Risposta a roberto scorta
sabato 1 novembre 2014
FRANCHINO E I SERPENTARA
È passato un poco di tempo, la mattina che ho saputo di Franco ancora la ricordo come una delle più dolorose e riammento che ero impietrito al ricordo della sua voce, romana, burbera ma carica di saggezza sempre improntata a seguire un cuore generoso.
Franchino, così lo chiamavo era un grande uomo, raffinato nelle sue idee che spesso esternava in modo un poco brusco, molto romano e diretto ma al quale raramente potevi replicare con ragione perché, lui,Franchino, aveva esposto i fatti con crudele realtà e le sue teorie erano centrate e precise , sempre al centro dell'argomento trattato.......
Dovevamo vederci, circa una diecina di giorni prima avevo deciso di andare al suo canile, e ogni giorno finiva con il pensiero che l'indomani lo avrei fatto, non sapevo come stava, se bene, se male ma certo istintivamente avevo un grande desiderio d'incontrarlo.
Premonizione di un evento prossimo ?
Non so dire ma il pensiero di Franco era sempre presente, poi preso da questo modo barbaro di vivere che ci siamo costruiti intorno arrivava sera e non ero riuscito a dedicarmi quel tempo necessario per vederlo e farmi due risate alle sue battute.
Franchino è stato un grande cinofilo, degno gentiluomo di altri tempi per un sportività che viveva profondamente.......mai non ha riconosciuto il valore degli altri, mai una frase o parola condizionata da invidia o interesse.
Mi regalò una setter , palaniensis Trudy , che accoppiai con Frost e ne venne una cucciolata dalla quale nacque Parioli di montevescovo che regalai a Franco e non come fu creduto all'architetto, e Parioli fu una scoperta di franco, che vedendola, acerbissima e quasi "stupida" , capì che dietro atteggiamenti poco ortodossi si celava un soggetto d'eccellenza tanto che ben si comportò in grande cerca, anche se a mio giudizio era setter da caccia a starne, ma all'apice della nota.
Mi vengo in ricordo tante cose, tante chiacchere fatte insieme, di come seppe starmi vicino in un mio momento non facile,sulle macerie del mio ultimo casino sentimentale che , come Nerone, avevo incendiato senza motivo, anzi.......
Posso dire ancora molto del mio amico Franchino, ma preferisco tenerlo dentro di me, di "respirarlo" con calma, quasi a mò di un sigaro enorme che non finisce mai...........
Al mio amico Franco, che possa trovare nel ricordo di tutti, quel trialer che ha sembre inseguito e amato.
domenica 17 agosto 2014
RIFLESSIONI SU DI UN GRANDE AMORE.......IL SETTER INGLESE
Ma queste poche parole di anteprima, servono solo ad introdurre la motivazione per la quale invece di ricominciare ad inseguire quel setter meraviglioso che tutti noi sognamo e stare silenzioso nel progetto, ho voluto creare un "BLOG" dove tutti gli appassionati di questa splendida razza possano interagire tra di loro e scambiare conoscenze ed opinioni che permettano serene "discussioni" e la possibilità di un accrescimento culturale sul setter inglese sia di chi si interessa dell'allevamento della razza e sia di chi ne è solamente un felice fruitore.
Dico questo perché do molta importanza alla funzione segnalatoria del soggetto da usare in riproduzione che questi tipi di prove contengono al loro interno, e vorrei che questo argomento sia " sposato " il più possibile dagli addetti ai lavori, tanto da farne di queste prove un forte punto di riferimento per la salute della razza, unitamente alla caccia a starne che oggi ha raggiunto livelli di qualità non inddifferenti.
In tempi dove la grande cerca in qualche modo si è piegata un poco troppo a soggetti addestrati ad andare "lontano", abituati ad essere "fischiati" non per il rientro ma per prendere ulteriore terreno , forse se applichiamo un rigido protocollo di giudizio sulle qualità stilistiche, unito a quello sulla venaticità e mentalità, le prove specialistiche possono affiancare le altre note nella funzione dell'indicazione alla riproduzione del soggetto ideale.
Argomento delicato, lo riconosco, da sempre è la grande cerca che ha indicato la via, anche in virtù del principio che dal più viene il meno, tradotto che dal trialer viene l'ottimo elemento da caccia, ma se poniamo le prove specialistiche a supporto della funzione di ricerca del riproduttore, unitamente alle altre note, ritengo che verrebbe percorso ulteriore terreno a favore della razza...........
giovedì 13 giugno 2013
Allevare……… metodo, studio o arte ?
Su questo istinto , cioè sull’attitudine di usare o a modificare a proprio uso gli elementi naturali compresi gli animali, è nato l’allevamento.
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bei tempi....... |
Il motivo conduttore appena affermato ha indotto l’uomo a trasformare in amici gli antichi e selvatici progenitori delle nostre belle razze odierne che esse stesse hanno avuto nel tempo notevoli passaggi in ordine di doti psicofisiche grazie al continuo lavoro di selezione dell’essere umano.
Non vi è dubbio alcuno sul motivo egoistico, da parte dell’uomo, dell’evoluzione che i canidi hanno avuto …………..ma non è questo che è importante sottolineare quanto il risultato finale.
Ritengo che l’osservazione dei comportamenti istintivi del cane all’interno del branco abbia inizialmente ,forse in maniera inconsapevole, dettato il metodo di selezione; il branco , elemento di coesione dei canidi, ha sempre imposto le sue leggi e ogni comportamento di razza o di vita sociale è sempre stato fissato, nei tempi, dall’accettazione della comunità o famiglia canina del singolo atteggiamento tanto da farne , col tempo, parte del patrimonio genetico e quindi trasmissibile in riproduzione.
L’uomo, inizialmente inconsapevole allevatore, dopo l’osservazione della vita sociale del branco ne ha captato la gerarchia e imitandola ha sostituito i rappresentanti del”potere” , i capi branco, con se stesso imponendo “regole” che affermate a varie generazioni di individui con le stesse caratteristiche piscofisiche (razze o inizio di razze) ne hanno completato il patrimonio genetico diventando anch’esse , le regole, trasmissibili in riproduzione ( vedi nelle razze da caccia la ferma, il consenso ecc.).
Tutto quanto detto farebbe affermare che l’allevamento sia principalmente arte provenendo tutto dall’osservazione , in natura, dei comportamenti animali e quindi ad isolare ed imporre nel tempo quelli più propedeutici alla causa dell’essere umano……………. Bisogna possedere , per svolgere quanto detto, sensibilità, interpretazione degli accadimenti e dei comportamenti, intuito, fantasia , ferrea volontà e rispetto assoluto della realtà dei fatti.
Poi vengono i principi, le regole, i “10 comandamenti” ammesso che possano essere così pochi, e allora non possiamo lasciare che quanto ascritto alla fantasia , intuizione, ecc. dia la via in quanto ne nascerebbe confusione, umoralità nelle decisioni, azioni contrastanti tra di loro dove invece deve regnare assoluto ordine……………..e allora metodo!!!!!!!!!
Argomento difficile ai nostri giorni perché ,tranne poche eccezioni attribuibili a consolidati allevamenti di provata affidabilità per la continuità dei risultati e l’omogeneità dei prodotti, la maggior parte degli addetti ai lavori, a parer mio, cercano il Crak, il grande cane, il soggetto da prima pagina, senza tema di elevato “scarto” più che l’affermazione , nel tempo, di una linea di sangue portatrice di ben individuate caratteristiche in una buona media di soggetti ……………l’eccezione del “ FENOMENO” , su una così ben fissata “ famiglia” è accadimento obbligato, serve solo la pazienza e la costanza della ferrea applicazione nell’attenderlo.